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Organo meccanico, costruito da F.D.T. (Francesco e Domenico Traeri) nel 1689 come si deduce dall’iscrizione all’interno della valvola del mantice destro: F.D.T. MDCXXXIX Adì 28 marzo 1689. È stato rimesso in efficienza dal sig. Giancarlo Tagliavini tra il 1956 e il 1957. È collocato in cantoria, sopra la porta di ingresso principale della chiesa, entro cassa indipendente dal muro, con prospetto a 3 campate, ornato di intagli e interamente dorato.

Già prima del 1608 la Chiesa dei poveri era dotata di organo, del quale si sono perse le tracce al momento delle soppressioni delle corporazioni religiose attuate dal "governo democratico" (così i documenti) all'indomani dall'arrivo dei Francesi a Bologna nel 1797. Durante 1a breve occupazione della città da parte degli Austriaci, ad un gruppo di devoti riuscì di far riaprire al culto la chiesa e di dotarla nuovamente di organo, ottenendo nel giugno del 1800 uno dei tre strumenti che erano appartenuti al monastero delle Benedettine dei SS. Nabore e Felice (la cosiddetta Badia), precisamente quello della chiesa esterna; si tratta appunto di quello che ora torna a nuova vita.
Esso fu costruito dai figli di Carlo Traeri, organaro nativo di Brescia, trasferitosi a Bologna verso il 1670, dove impiantò un'attiva bottega dalla quale uscirono innumerevoli strumenti; i suoi figli Francesco e Domenico collaborarono ancora vari anni dopo la morte del padre (febbraio 1691) fino a quando, nel 1706, Domenico (+1743) si trasferì a Modena, mentre Francesco rimase a Bologna dove morì nel 1732.

(Dai documenti di archivio del santuario)


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